mercoledì 15 settembre 2010

Pagare o non pagare?


E' giusto pagare per l'informazione online?


Il quesito rimbalza ormai da tempo tra esperti del settore, pubblico fruitore e professionisti dell'informazione.

La questione è complessa e sarebbe troppo semplice ridurla ad una semplice lotta manichea tra il "gratis" e il "a pagamento".

Internet nasce e si sviluppa ispirandosi alla filosofia della condivisione e della gratuità. Concetti cardine che hanno permesso finora facilità nell'accesso e nella diffusione delle informazioni, ma che allo stesso stempo hanno influito e continuano ad influire sull'industria editoriale.

La crisi economica, il crollo dei ricavi pubblicitari e l'aumento dei bilanci passivi hanno portato molti editori verso il business dell'editoria online e dell'informazione a pagamento, scelta che sembra essere favorita dalla diffusione di supporti tecnologici, come I-pad, E-book e Smartphone.

Alla base della scelta del paywall e dei contenuti a pagamento c'è, oltre alla questione economica, la volontà di un riconoscimento per il lavoro del giornalista.

Quindi sì a un'informazione accessibile, libera e gratuita per i flash e le breaking news, ma anche valore e riconoscimento alla professione, alla credibilità e all'accuratezza quando si tratta di commenti, grandi firme, inchieste e documentari.

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